Si parte dalla Città del Concilio, così ricordata per uno degli eventi più importanti della storia, non solo religiosa, d’Europa. Trento tra il 1545 e il 1463 fu al centro dei cambiamenti riassunti con il nome di Controriforma, cioè la reazione della chiesa romana al dilagare del protestantesimo di Martin Lutero. Scendendo lungo l’Adige si arriva in breve a Rovereto, patria del filosofo Antonio Rosmini, del pittore futurista Fortunato Depero e sede di importanti musei tra i quali il modernissimo MART. Si continua a seguire la direttrice Claudia Augusta (la più importante direttrice viaria tra Italia e terre germaniche) fino a Pastrengo, la prima delle località lungo il percorso famose per gli eventi della seconda guerra di indipendenza. Qui imbocchiamo la Via Postumia (la Consolare romana che collegava Aquileia e Genova) sulla quale si percorrono alcune tappe verso Peschiera e Mantova. Anche Peschiera è cittadina nota per la seconda guerra di indipendenza del Risorgimento Italiano: fu una delle 4 città del famoso quadrilatero teatro delle battaglie tra i piemontesi di Vittorio Emanuele II e gli austriaci di Radetzky. Pure Mantova fu interessata da battaglie e da insurrezioni indipendentiste, ma soprattutto la si identifica con la casata dei Gonzaga, che vi regnarono nel Rinascimento, facendone uno dei centri culturali più importanti d’Italia. Altra epoca in cui tutto il mantovano fu centrale nella storia italiana, fu il periodo matildico: Mantova stessa, San Benedetto Po, Volta Mantovana sono tutti luoghi in cui la storia della “Gran Contessa” Matilde di Canossa ha lasciato importanti tracce (ma anche altri luoghi in sull’Appennino e in Toscana la videro protagonista). Uscendo da Mantova non si può non ricordare la patria di Virgilio, Pietole. La pianura Padana viene attraversata costeggiando i grandi fiumi Mincio, Po e Secchia: per molti secoli (e fino a pochi decenni fa) le vie d’acqua erano percorse più ancora delle strade terrestri, e tanti sono i toponimi che ancora oggi stanno a testimoniarlo. Un escursionista superficiale potrebbe pensare che l’attraversamento di un territorio pianeggiante vasto come la Pianura Padana sia monotono e da sopportare solo come noioso, ma necessario, trasferimento tra le Alpi e gli Appennini. Niente di più sbagliato! Oltre al ricordo di tanti eventi e personaggi storici sopra accennati, la percorrenza sugli altissimi argini realizzati per difendere i campi dalla furia delle piene, richiama le atmosfere brumose e i ritmi lenti e uguali, intervallati alla preoccupata tensione derivante dalle minacce fluviali descritti da Bacchelli; l’orizzonte è segnato dai profili di slanciati campanili che lanciano ombre lunghissime sui campi lavorati e dai casolari lontani dipinti magistralmente da Bertolucci nell’epopea di “Novecento”.
Da Modena (città ducale, sede di un sito PATRIMONIO UNESCO dell’umanità: Duomo e torre della Ghirlandina) e Sassuolo partivano nel ‘700 i due “bracci” della via Vandelli. Questa strada, che innovò il modo di costruire le strade, collegava la capitale del Ducato Estense con il Mar Tirreno (Massa). Entrambi i tracciati sono paesaggisticamente molto interessanti, e consentono una piacevole, graduale salita fino a Pavullo nel Frignano. Qui inizia il Cammino devozionale di San Bartolomeo che unisce diversi luoghi dedicati all’Apostolo, tra cui Fiumalbo e Cutigliano, arrivando infine alla chiesa a lui intitolata a Pistoia. Il tratto appenninico della VIA è il più impegnativo di tutto il percorso: si sale dal livello del mare fino ai 1400 m del Passo dell’Abetone. La salita è comunque accessibile a tutti, in quanto graduale, su terreni comodi e sicuri. I panorami sono affascinanti, con gole e cascate, vette e muretti a secco. Dopo Pavullo si imbocca la bellissima valle dello Scoltenna (fiume famoso anche per la battaglia tra bizantini e Longobardi), costellata da castelli e antiche pievi, attraversata da numerosi ponti di ragguardevoli dimensioni fino al crinale tosco-emiliano: tutti segni, questi, di grandi traffici.
Pistoia è una città che sta diventando sempre più importante per i cammini; nel mirabile duomo si trova l’altare argenteo dedicato a san Jacopo, col reliquiario opera del Ghiberti al cui interno è conservata l’unica reliquia proveniente da Santiago collocata fuori della Galizia. L’amministrazione valorizza tale ricchezza e sta sviluppando diverse iniziative a supporto dei pellegrini di passaggio in città o che ne fanno la meta del loro cammino. Dopo l’Appennino erto e boscoso, il paesaggio toscano presenta un nuovo scenario sia dal punto di vista naturalistico che da quello storico-artistico. Dolci colline, balze e fiumi su cui la storia si è specchiata per millenni. Le prime strade furono etrusche, riprese e sviluppate magistralmente dai romani: in particolare la Cassia e le sue tante diramazioni. Si possono qui incontrare, in pochi km, testimonianze di tante epoche storiche, compresi numerosi monumenti medievali e ville rinascimentali, fino ad elementi di archeologia industriale. A Prato, a fianco dei monumenti più antichi (mirabile il castello di Federico II, e suggestiva la Cattedrale che conserva la reliquia della sacra Cintola Mariana), diversi stabilimenti tessili che costituirono l’ossatura fondamentale dell’economia della zona, stanno ritornando a nuova vita, con destinazioni culturali di grandissimo pregio. Senza soffermarci a descrivere le mirabilie di Firenze, note a tout-le-monde e per le quali occorrerebbero pagine su pagine, proseguiamo verso sud e imbocchiamo il Valdarno superiore, la valle che porta alla memoria i grandi contrasti tra Guelfi (Fiorentini) e Ghibellini di Arezzo. L’Arno non arriva a Arezzo città: Dante nel Purgatorio ha descritto il particolare corso del fiume in modo maligno e poetico: … (l’Arno) torce il muso dalla città abitata da botoli ringhiosi. La prima emergenza su cui soffermarci è l’antico spedale del Bigallo, da cui si scorge un magnifico panorama di Firenze: dopo secoli di utilizzi diversi, oggi è ritornato alla sua originaria funzione. Il Valdarno Superiore è terra storicamente importantissima; dal punto di vista viario, la zona è attraversata dalla Cassia, una delle più importanti vie consolari romane costruita su basi etrusche, che collegava Roma e Arezzo, e poi prolungata fino a Pistoia. Il percorso della Imperiale coincide per molti km con il tracciato originario. Si attraversano diverse cittadine sulle rive del fiume: Incisa, Figline, San Giovanni, Montevarchi, Laterina. In ognuna vale la pena di fermarsi ad ammirare importanti monumenti. L’ingresso ad Arezzo è preannunciato dall’ultimo dei numerosissimi ponti che abbiamo incontrato sulla via. Qui l’ultimo diventa il primo per prestigio: la cartolina promozionale è addirittura di Leonardo, poiché sullo sfondo della Gioconda si scorge il magnifico Ponte a Buriano! La città del grifone è ancora oggi meta turistica ricercatissima per i monumenti medievali e rinascimentali, e per le tante opere che conservano la memoria di personaggi illustri tra cui Vasari e Piero della Francesca.
Lungo il cammino si incontrano suggestivi luoghi di culto sia nelle città (ad esempio le Reliquie di Pistoia e Prato), sia in luoghi più appartati, come i santuari mariani Madonna della Corona, Madonna delle Grazie, Madonna del Frassino, Madonna di Puianello, Chiesa di Maria Teotokos a Loppiano.
Ma la VIA non riserva solo interessanti emergenze artistiche e naturalistiche: i territori attraversati sono celebri anche per le eccellenze produttive agricole e industriali moderne, famose nel mondo intero: formaggi (grana padano e parmigiano reggiano, pecorini), vini e olii (lambrusco, chianti, olii del Garda e toscano), grande salumeria e gastronomia (zamponi, prosciutti, salami, aceto balsamico); motori (Ferrari e Maserati), moda (si lambiscono le sedi di alcune delle più importanti griffes italiane), ceramica.